Spid e PagoPA: cresce la diffusione, ma competenze dei cittadini ancora basse

Se sul fronte degli investimenti nel digitale l’Italia ha puntato molto su PagoPA, la piattaforma che gestisce i pagamenti verso la PA, e Spid, l’identità digitale, sul lato delle competenze il Paese non sembra correre alla stessa velocità degli strumenti messi in campo. Al contempo, il numero delle identità digitali erogate a oggi è di quasi 36 milioni, circa il quadruplo rispetto a quelle attive nell’agosto 2020, e la crescita registrata da PagoPA nell’arco del 2023 ha visto 257.495.757 transazioni effettuate, contro le 163.635.088 dell’intero 2021.  Sono alcune osservazioni sullo stato di avanzamento della trasformazione digitale emerse dall’analisi dei dati dell’Agenzia per l’Italia digitale e dell’Istat, effettuata da Centro Studi Enti Locali (Csel) per Adnkronos.

Oltre metà degli italiani non ha le competenze digitali di base

Sono quindi in atto trasformazioni importanti, ma a oggi i benefici che ne derivano vengono intercettati solo da una parte minoritaria del Paese.
“Oltre metà degli italiani con età compresa tra 16 e 74 anni non possiede neanche competenze digitali di base ed è quindi costretto ad affidarsi a intermediari per accedere ai servizi digitali messi a disposizione dalle amministrazioni pubbliche – afferma il Csel -. Anche le piccole imprese italiane sembrano non tenere il passo con le innovazioni tecnologiche che in pochi decenni hanno ridisegnato completamente il sistema economico mondiale, e nel 57,2% dei casi hanno esternalizzato la gestione delle funzioni Ict”.

Età e grado di istruzione fanno la differenza

A fare la differenza, ovviamente, sono soprattutto i fattori anagrafici e il grado di istruzione. Se nella fascia 20-24 anni chi possiede competenze digitali di base è pari al 61,7 tra 60 e 64 anni è il 32,9%. Inoltre, i due estremi sono rappresentanti dal Centro, dove il 50,9% dei cittadini con più di 16 anni e meno di 75 possiede competenze digitali almeno di base, e il Sud, dove le stesse conoscenze sono appannaggio di meno del 37% della popolazione. Ma ampia è anche la forbice tra chi risiede in un paesino con meno di 2mila abitanti (40,4%) e chi vive in una grande città (54,1%).
Tra le regioni, le due situazioni limite sono rappresentate dal Lazio (52,9%), e dalla Calabria (33,8%).

A quanto ammontano le risorse stanziate?

Nel 2022 la PA ha speso oltre 7 miliardi di euro in tecnologie riguardanti i sistemi integrati di telecomunicazione, +5,8% rispetto al 2021. Dati destinati a crescere ulteriormente nel prossimo triennio anche grazie ai fondi dedicato al digitale dal PNRR. Piattaforme e infrastrutture sono i principali ambiti in termini di spesa, rispettivamente con il 49% e il 20% del totale, seguiti da servizi (14%), dati (8%), sicurezza informatica (4%), governance (3%) e interoperabilità (2%). Tra gli ambiti principali di investimento che sosterranno la crescita nei prossimi anni rientrano la cybersecurity e la migrazione verso il cloud, che riguarderà gli enti della PA che dovranno attuare la Strategia Cloud nazionale.