Italiani più attenti alla sostenibilità della spesa alimentare

Il 96% degli italiani è consapevole dello spreco alimentare globale, e ritiene importante agire come collettività per arginare il fenomeno. Ma solo il 41% ne conosce la reale entità. A conferma di questi dati, rimane stabile rispetto al 2022 anche la percentuale di chi è a conoscenza dell’impatto che lo spreco alimentare ha in termini di emissioni di gas serra (77%), mentre un elemento di novità riguarda l’elevata percezione del legame tra cambiamenti climatici e spreco alimentare. Nove italiani su 10 ritengono infatti che le sempre più frequenti calamità naturali abbiano un impatto sulle produzioni, causando perdite agricole e conseguente spreco alimentare. Emerge dalla seconda edizione dell’osservatorio commissionato a BVA-Doxa dal servizio di e-grocery 100% Made in Italy Babaco Market.

Le cause: scarsa attenzione in fase di acquisto e preparazione degli alimenti

Rispetto al 2022, poi, decresce l’attenzione nei consumi e nella preparazione dei cibi. Anche se il 78% degli italiani non butta quasi mai cibo, circa un quarto ammette di sprecarlo per scarsa attenzione.
Il 57% ha inoltre riscontrato almeno un episodio di spreco alimentare domestico nell’ultimo mese.
Le cause? Sono riconducibili alla mancanza di attenzione alla data di scadenza o al deterioramento degli alimenti (59%, +5% vs 2022), alla conservazione poco adeguata dei prodotti nei punti vendita (28%), alla tendenza a comprare troppi alimenti (16%) o in formati troppo grandi (16%), e a cucinare cibo in eccesso (14%, +5%).

Nei canali abituali il carrello è ancora poco sostenibile

Se verdura e frutta fresca si confermano le prime due tipologie di alimenti soggetti allo spreco, tra le principali azioni anti-spreco attuate dagli italiani l’indagine annovera l’interesse nei confronti degli acquisti in grado di facilitare una spesa sostenibile. In particolare, 2 italiani su 3 gradirebbero particolarmente poter fare una spesa anti-spreco e sostenibile, ma attualmente per 1 italiano su 2 questo non è facilmente fattibile presso i canali abituali. Tra gli ostacoli principali, per il 75% del campione si tratta del tempo e dello sforzo extra richiesto, oltre alla disponibilità di punti vendita, la localizzazione dei negozi, la modifica delle proprie abitudini consolidate.

La necessità di una spesa più virtuosa 

L’86% ha inoltre l’impressione che la maggior parte dei negozi della GDO non vendano prodotti prossimi alla scadenza o con confezioni/etichette rovinate, facendo sì che una grande quantità di prodotti rischi di essere sprecata. Per il 39% degli italiani una spesa alimentare più virtuosa si caratterizza per prodotti anti-spreco, eccellenze del territorio (28%), prodotti sostenibili a livello ambientale (24%) e a livello sociale (9%). E il 54% degli intervistati si dichiara molto interessato a fare la spesa online da aziende che supportano l’anti-spreco, la sostenibilità e le eccellenze del territorio.