Prodotti per l’infanzia: il caro prezzi spinge le famiglie verso promo e offerte

Il caro prezzi avanza, e non sembra dare segnali di arresto. Le famiglie italiane sono sempre più orientate ad acquistare prodotti che consentano un risparmio effettivo sulla spesa, anche per quanto riguarda i prodotti per la prima infanzia, come omogenizzati, pannolini, passeggini, vestiti e giocattoli.
Un’analisi condotta da DoveConviene, l’app che aiuta i consumatori a trovare le migliori offerte su tutto il territorio nazionale, evidenzia il ruolo strategico delle promozioni nel tutelare il potere di acquisto delle famiglie con figli molto piccoli. Nel 2022 è infatti aumentato anche il costo medio per l’alimentazione del neonato, nonché dei pannolini e i passeggini. In particolare, rispetto al 2021, l’alimentazione del neonato è aumentata del +11,3%, del +13,6% i pannolini e del +30,4% i passeggini.
Un trend che quindi continua a spingere le famiglie verso un ricorso sempre maggiore allo strumento delle promozioni, allo scopo di tutelare il proprio potere di acquisto.

Il 6,2% delle ricerche totali di prodotti in offerta riguarda quelli per i più piccoli 

Nei primi tre mesi del 2023, DoveConviene registra infatti un aumento del +44% dell’interesse delle famiglie verso queste categorie di prodotti. Circa il 6,2% delle ricerche totali di prodotti in offerta sono relative ai prodotti per l’infanzia, e nel 2022 sono state oltre due milioni le interazioni con i prodotti comunicati all’interno dei volantini digitali legati al mondo infanzia. E particolarmente ambite risultano le offerte relative ai pannolini.

Dai pannolini all’alimentazione per i neonati all’abbigliamento premaman

Nella top 10 dei prodotti più ricercati, in nona posizione, si infatti trova la parola generica ‘pannolini’, mentre in sesta, quella di un noto brand specializzato in questo prodotto. Inoltre, scorrendo la classifica delle offerte top 100, si trova un altro brand di pannolini. E sul totale delle ricerche effettuate nel 2022 per i prodotti per l’infanzia i pannolini rappresentano il 75,60%.
Oltre ai pannolini, gli altri prodotti per l’infanzia più ricercati nel 2022 sono stati l’alimentazione del neonato (14,32%), i giocattoli (4,48%), gli accessori per passeggiare (2,99%), gli accessori per la casa (1,22%), l’abbigliamento per i bambini (0,84%), l’arredamento (0,34%) e l’abbigliamento premaman (0,11%). La ricerca di ciucci si è invece attestata allo 0,09%.

Il taglio dell’Iva non è bastato

Di fatto, biberon, latte in polvere, pannolini e omogenizzati sono i nuovi prodotti all’attenzione del Garante dei prezzi. Il governo ha già provato a contrastare l’impennata dei prezzi abbassando l’Iva sui prodotti per l’infanzia, dal 22% al 5%, ma non è bastato.
“Non tutto il taglio dell’Iva è andato a beneficio davvero delle famiglie”, riconosce il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, nel suo intervento agli Stati generali della natalità come riferisce SkyTg24. Per questo motivo, il ministro ha quindi annunciato un intervento sui prodotti dell’infanzia come quello avvenuto sulla pasta, al centro della prima riunione della commissione di allerta rapida sui prezzi al Mimit.

Vasca idromassaggio da giardino: ci avevi pensato?

Hai mai sentito parlare di vasca idromassaggio da giardino? Si tratta di un elemento che sta diventando sempre più apprezzato e richiesto dagli amanti del benessere e della vita all’aria aperta.

Se ti fa piacere approfondire, di seguito parleremo delle principali caratteristiche tecniche, l’installazione e la manutenzione, i benefici per la salute e tutti i consigli utili per l’acquisto di una vasca idromassaggio da giardino.

Caratteristiche tecniche

Prima di acquistare una vasca idromassaggio da esterni, è importante prendere in considerazione alcune caratteristiche tecniche.

Innanzitutto le dimensioni della vasca devono essere adatte allo spazio disponibile nel giardino, dunque valuta spazi e dimensioni per prima cosa.

Inoltre, è importante decidere a priori il numero di posti di cui abbiamo bisogno (poteste voler utilizzare la vasca solo in coppia o anche con gli amici) e il tipo di materiale da noi preferito. Le vasche idromassaggio da giardino possono essere realizzate in vari materiali, tra cui legno, acrilico e PVC.

Ogni materiale ha le sue caratteristiche. Il legno è esteticamente piacevole, ma richiede una maggiore manutenzione. L’acrilico è resistente e facile da pulire, ma può essere più costoso. Il PVC è molto leggero, ma meno resistente agli agenti atmosferici rispetto ad altri materiali.

Inoltre, è possibile scegliere tra diverse serie di accessori, come le luci LED per creare un’atmosfera romantica, gli altoparlanti Bluetooth per ascoltare la musica e i getti d’acqua per massaggiare specifiche parti del corpo.

Installazione e manutenzione

L’installazione di una piscina jacuzzi da esterno richiede qualche ora di lavoro. Prima di tutto, è necessario preparare la base su cui verrà installata la vasca. È importante che la base sia solida e livellata, in modo che la vasca possa essere stabile e sicura.

Inoltre, è necessario installare una linea elettrica in giardino per far funzionare la vasca. La maggior parte delle vasche idromassaggio richiede una presa di corrente a 220V, che deve essere installata da un elettricista professionista.

Per quanto riguarda la manutenzione, è importante pulire regolarmente la vasca e sostituire l’acqua periodicamente. Inoltre, è necessario controllare il sistema di filtraggio dell’acqua e sostituire i filtri quando necessario.

Benefici per la salute

L’utilizzo regolare della vasca idromassaggio da giardino può portare numerosi benefici per la salute.

Innanzitutto, l’idromassaggio aiuta a ridurre lo stress e l’ansia, grazie alla stimolazione del sistema nervoso simpatico. Inoltre, l’acqua calda aiuta a migliorare la circolazione sanguigna, ridurre la pressione arteriosa e alleviare il dolore muscolare.

Tra l’altro, l’immersione in acqua calda può aiutare a rilassare i muscoli e migliorare la flessibilità articolare, dato che il calore è analgesico. Infine, l’idromassaggio può aiutare a migliorare la qualità del sonno, favorendo il rilassamento e la riduzione dello stress.

Consigli per l’acquisto

Prima di acquistare una vasca idromassaggio da giardino, è importante prendere in considerazione le proprie esigenze e aspettative.

Bisogna scegliere una vasca che sia adatta alle dimensioni del giardino e che abbia il numero di posti desiderati, oltre chiaramente alle funzioni pensate per il benessere.

Inoltre è importante scegliere una vasca di qualità, realizzata con materiali resistenti e durevoli: sul mercato esistono diverse opzioni per personalizzare la propria vasca.

Conclusioni

In conclusione, la vasca idromassaggio da giardino è un elemento che può portare numerosi benefici per il relax e il benessere, rendendo al tempo stesso più invitante lo spazio esterno.

Prima di optare per un modello in particolare, è importante prendere in considerazione le sue caratteristiche tecniche e gli optional per un relax totale.

Ricorda che si tratta di una scelta molto personale e che non esiste a priori una vasca migliore dell’altra, ma esistono vasche che più delle altre si adattano alle tue esigenze.

Commercio e turismo: per l’estate servono 100mila dipendenti, ma non si trovano

Per i comparti del commercio e turismo è già emergenza estate, perché non si trovano addetti. A frenare il lavoro nei due comparti è la carenza di candidati, fattore indicato dal 28% delle attività con difficoltà di reperimento: il 36% delle imprese del commercio e turismo quest’anno infatti ha segnalato di avere avuto difficoltà a reperire personale. Ma tali difficoltà in molti casi non sono state ancora superate, e rischiano di causare un ‘buco’ nella stagione estiva ormai alle porte, per la quale saranno necessari fino a 100mila lavoratori in più. A stimarlo è Confesercenti, sulla base di un sondaggio somministrato con Swg alle imprese dei comparti commercio e turismo in occasione delle celebrazioni del primo maggio. 

Il lavoro stagionale viene percepito come precario

Una carenza che il 61% delle imprese attribuisce alla visione della stagionalità come precarietà. 
Ma è soprattutto sui giovani che pesa l’impegno lavorativo nei giorni festivi e prefestivi (60%), unita all’idea che nel commercio e nel turismo ci sia poca possibilità di crescita professionale ed economica (55%). A rendere difficile il reperimento di addetti, però, è soprattutto il mismatch, ovvero il disallineamento tra offerta e domanda di lavoro. Quasi un’impresa con problemi di personale su due (46%) indica infatti come impedimento principale proprio la mancanza di candidati con una preparazione adeguata. Fattore minore, invece, è quello economico: solo il 19% segnala di non aver assunto perché non si è trovato l’accordo sui compensi.

Le imprese fanno leva sull’offerta economica, ma non basta

Nonostante questo, per superare i problemi il 43% delle imprese ha fatto leva proprio sull’offerta economica, sotto forma di incentivo (27%) o retribuzione maggiore rispetto al Ccnl di riferimento (16%). E se il 19% si è rivolto a un’agenzia di lavoro privata, il 31% non è riuscito comunque a trovare gli addetti necessari, e per far fronte alla carenza progetta di tagliere i servizi offerti ai clienti.
“Il problema della carenza di personale nel commercio e nel turismo è sempre più stringente – sottolinea Confesercenti -. Per risolverlo, bisogna garantire maggiore flessibilità contrattuale e rafforzare le politiche attive e per la formazione. Se confermate, le misure previste dal dl lavoro, su cui abbiamo apprezzato il confronto con le associazioni condotto dal Governo, vanno nella giusta direzione”’.

“Servirebbe un decreto ad hoc per favorire la mobilità interregionale”

Bene quindi il taglio del cuneo fiscale, ma secondo l’associazione ci sarebbero altri passi da fare, come riporta Adnkronos. “Sarebbe opportuno detassare anche i futuri aumenti contrattuali riferiti ai Ccnl comparativamente più rappresentativi, anche in considerazione del fatto che sono aperti i tavoli negoziali dei Ccnl di terziario e turismo che impattano su più di 8 milioni di lavoratori. Da reintrodurre anche i voucher, e in forma semplificata rispetto al passato, il job sharing, eliminando inoltre il tetto di ore minime che molti Ccnl ancora impongono per il part time. Per gli stagionali del turismo servirebbe un decreto ad hoc, con misure come il credito d’imposta alle imprese per sostenere vitto e alloggio degli stagionali e favorire così la mobilità interregionale” .

Vacanze 2023: la destinazione quest’anno si sceglie in base al prezzo

Lo rivela Revolut, l’app finanziaria globale, che ha pubblicato i risultati di una ricerca condotta con Dynata sulle tendenze di viaggio degli italiani per l’estate 2023. Di fatto, quest’anno per il 76% degli intervistati è soprattutto il costo il driver di scelta delle vacanze, e il fattore prezzo è ritenuto più importante dalle donne (46%) rispetto agli uomini (40%). Come altri settori, infatti, anche quello dei viaggi sta subendo rincari significativi, ed è proprio il prezzo quest’anno a guidare le scelte relative alle destinazioni per le prossime vacanze degli italiani. Al secondo posto salute e sicurezza e distanza della destinazione (43%), mentre cibo e tradizioni vengono tenuti in considerazione dal 41% del campione, e il tipo di sistemazione è determinante solo per il 38% degli intervistati.

Se il budget è a rischio i rincari preoccupano più le donne

In media, per gli italiani, il budget per un viaggio di una settimana sarà meno di 250 euro per il 7%, tra 250 e 500 per il 24%, tra 500 e 1.000 per il 36% e tra 1.000 e 2.000 per il 17%. Solo il 5% pensa di spendere oltre i 2.000 euro per sette giorni di vacanza. Per i rincari delle vacanze però sono più preoccupate le donne (76%) rispetto agli uomini (72%), e il 24% del campione femminile afferma di vedere il proprio budget per le ferie seriamente a rischio. Le donne, infatti, spenderanno meno: per una settimana di viaggio il 61% stima una spesa tra 250 e 1.000 euro, mentre il 59% degli uomini spenderà tra 500 e 2.000 euro.

Parole d’ordine: risparmio e miglior rapporto qualità-prezzo

Ma come risparmiare per poter andare in vacanza? Il 15% del campione utilizza un salvadanaio digitale, o altri strumenti digitali, per accantonare più facilmente il denaro per i viaggi, mentre un altro 15% usa una combinazione di strumenti tradizionali e digitali. Il vecchio porcellino in ceramica viene ormai utilizzato solo dal 17% degli italiani. Il sondaggio di Revolut ha poi rivelato che secondo i vacanzieri italiani è la Spagna la migliore destinazione estera per rapporto qualità-prezzo (8%), seguita da Grecia (7%) e Croazia (5%).

Workation ed esperienze gastronomiche lontano dalla folla

Se le ferie sono fatte per rilassarsi e rigenerarsi, il 28% lavorerà durante la vacanza, o potrebbe doverlo fare. Il 61%, invece, è categorico e afferma che non lavorerà né si dovrebbe farlo. C’è poi un 2% che evidenzia una tendenza, quella della workation, il mix di lavoro e tempo libero da attuare in vacanza. Quanto alle attività favorite, le esperienze gastronomiche riscuotono il 68% delle preferenze, seguite dalla visita dei luoghi tipici di una destinazione (57%), natura e animali (49%), arte e musei (48%), e shopping (36%). Gli aspetti che invece stressano di più i vacanzieri sono la folla (56%), le truffe (37%) e gli scioperi, aeroportuali e dei trasporti (29%).

PA: per accedere ai servizi basterà la carta d’identità elettronica

Il 27 marzo è iniziata una rivoluzione per la Pubblica Amministrazione, che ora semplifica l’accesso ai propri servizi da parte dei cittadini. Ora sarà infatti sufficiente la semplice carta d’identità, ma di ultima generazione, quella elettronica (Cie), in sostituzione dello Spid, con il semplice codice Cie, per poter accedere ai suoi servizi. Non è più necessario, quindi, doversi prenotare, ad esempio, sul sito di Poste Italiane, o rivolgersi a un provider privato tra quelli convenzionati, come Aruba, Sielte o Tim, per richiedere e attendere di entrare in possesso dello Spid. Dal 31 marzo è sufficiente avere la semplice carta d’identità aggiornata. Inoltre, le procedure per accedere ai servizi della PA possono avvenire da qualunque dispositivo senza dover più usare il lettore esterno di smart card e la tecnologia Nfc.

Basteranno tre credenziali di livello 1 e 2 associate alla propria Cie

Via libera anche ai primi e secondi codici Pin e Puk rilasciati, i primi al momento in cui si fa la carta d’identità, i secondi spediti a casa per posta al destinatario. In pratica, ora basteranno tre credenziali di livello 1 e 2, associate alla propria carta d’identità elettronica, per poter accedere ai servizi della PA.
Prima di questa semplificazione, con la carta d’identità elettronica si poteva accedere ai servizi solo facendo ricorso al livello 3, che però per garantire il massimo della sicurezza richiedeva l’utilizzo di un lettore di smart card per il pc o di uno smartphone dotato di tecnologia Nfc. Molte le complicazioni, dunque, e scarse le possibilità d’accesso.

Ma lo Spid non sparirà. Almeno, fino al 2024

“Tutti i cittadini in possesso di Cie possono accedere ai servizi online in pochi passi e da qualsiasi dispositivo, semplicemente attivando una coppia di credenziali, username e password”, spiega il Ministero.
Nel frattempo, con una proroga di due anni, lo Spid non sparirà. La ‘scadenza-spettro’ del 23 aprile, data in cui sarebbe dovuto scadere una volta per tutte è definitivamente allontanata. 

Stanziati 40 milioni per la piattaforma di identità digitale

A questo scopo il governo ha stanziato 40 milioni, inclusi nel decreto Pnrr, per permettere alla piattaforma di identità digitale di proseguire la propria attività anche per il 2024 e ai cittadini di connettersi con l’amministrazione pubblica. Il fine, riporta AGI, è anche di “garantire la sostenibilità degli adeguamenti tecnologici richiesti ai soggetti gestori di Spid – continua il Ministero -, per la fornitura del servizio di identità digitale con nuove modalità operative imposte dalle misure del Pnrr”.

Lavoro: come trovare profili tech?

Il mercato dei servizi IT oggi vale oltre 1 miliardo di dollari a livello globale, e continua a crescere di anno in anno di oltre il 6%. Ma la scarsa disponibilità di profili tech qualificati mette in seria difficoltà le aziende. Per questo, secondo TimeFlow per attrarre e trattenere i migliori talenti tech è necessario investire in tecnologie avanzate, fornire risorse per la formazione e lo sviluppo delle competenze, e promuovere una cultura aziendale che valorizzi innovazione, creatività e lavoro di squadra. 
“La principale motivazione per cui le aziende non trovano profili tech disponibili è da ricercarsi nella spinta alla digitalizzazione – commenta Lorenzo Danese, co-founder di TimeFlow – che ha visto, negli ultimi 5 anni, una crescita incredibile delle richieste e che ha portato il mercato locale a non essere più sufficiente per soddisfare la domanda di competenze”.

Offrire un ambiente di lavoro stimolante e collaborativo

Per attrarre e trattenere i migliori talenti tech TimeFlow suggerisce 10 ‘mosse’ chiave a cui prestare maggiore attenzione. La prima è offrire salari competitivi e benefici per i dipendenti, come bonus, piani pensionistici, assicurazioni e vacanze pagate. Ma anche fornire opportunità di formazione e sviluppo professionale, come corsi di formazione, conferenze e workshop. Poi, fornire un ambiente di lavoro stimolante e collaborativo che promuova la creatività e l’innovazione. E implementare politiche di lavoro flessibili, come lavoro a distanza o orari flessibili, che consentano ai dipendenti di equilibrare meglio la vita professionale e privata.

Creare un ambiente di lavoro accogliente e inclusivo

Inoltre, le aziende dovrebbero offrire opportunità di lavoro interessanti e sfidanti, con la possibilità di lavorare su progetti innovativi e all’avanguardia. E promuovere una cultura aziendale che incoraggi l’inclusione, la diversità e l’uguaglianza, creando un ambiente di lavoro accogliente e inclusivo.
Inoltre, è necessario fornire una buona gestione dei dipendenti, includendo feedback regolari, opportunità di carriera e supporto per lo sviluppo delle competenze. E ancora, offrire un ambiente di lavoro sano e sicuro, con la giusta attenzione alla salute e alla sicurezza dei dipendenti.

Promuovere una cultura aziendale di comunicazione e trasparenza

Le ultime due mosse vincenti individuate da TimeFlow sono promuovere una forte comunicazione e trasparenza in azienda, creando una cultura di apertura e di dialogo. Così da fornire un forte senso di appartenenza e di valutazione dei dipendenti, incoraggiando il loro coinvolgimento nella cultura aziendale e nella condivisione della visione e della missione dell’azienda. Insomma, per attrarre e trattenere i migliori talenti tech secondo TimeFlow è necessario offrire principalmente un ambiente di lavoro stimolante, sicuro, accogliente e che preveda opportunità di crescita e di sviluppo professionale.

Mutui e tassi: il 19% degli italiani non rispetta più il rapporto rata/reddito

A causa dei tassi in aumento nel 2023 gli aspiranti mutuatari italiani devono fare i conti con rate più alte, che di fatto, complicano l’accesso al credito da parte delle famiglie. Secondo l’analisi di Facile.it, quasi il 19% dei mutuatari che lo scorso anno hanno chiesto il mutuo oggi non avrebbe i requisiti per presentare domanda. Vale a dire, non rispetterebbero il rapporto rata/reddito usato dalle banche come criterio di selezione per l’erogazione del finanziamento. Nella valutazione dell’aspirante mutuatario le banche si assicurano infatti che l’importo della rata richiesta non superi, indicativamente, un terzo dello stipendio disponibile.

Oggi serve un reddito più alto del 27%

Non solo, Facile.it mette in luce come, a parità di rata, in un solo anno il potere di acquisto di un nuovo mutuatario sia calato del 22%, e oggi, per comprare casa tramite mutuo, bisogna avere un reddito più alto del 27% rispetto a dodici mesi fa. Quanto al rapporto rata/reddito dei mutuatari che hanno chiesto un mutuo a febbraio 2022, Facile.it ha stimato che a parità di importo con i tassi attuali il 18,6% dei richiedenti non sarebbe riuscito a ottenere il finanziamento, poiché fuori dal rapporto rata/reddito. Una percentuale che potrebbe salire ulteriormente nei prossimi mesi se i tassi continueranno ad aumentare.

Rata mensile passata da 482 a 615 euro 

Ad esempio, considerando i migliori tassi disponibili online a febbraio 2022 la rata mensile di un mutuo standard a tasso fisso (126.000 euro al 70% da restituire in 25 anni) era pari a 482 euro. Questo significa che il richiedente, per ottenere il finanziamento, doveva avere un reddito netto mensile disponibile pari ad almeno 1.450 euro. Oggi, per lo stesso finanziamento, la miglior rata mensile è pari a 615 euro e il richiedente, per ottenere il mutuo, dovrebbe avere un reddito disponibile di almeno 1.845 euro. A parità di importo, quindi, ora per accedere alla domanda di finanziamento occorre uno stipendio più alto del 27% rispetto a quanto non fosse lo scorso anno.

Scende il valore dell’importo richiesto

L’alternativa è quella di orientarsi su importi più contenuti, tanto che dall’osservatorio di Facile.it emerge come nei primi due mesi del 2023 chi ha presentato domanda di finanziamento per l’acquisto della prima casa abbia chiesto, in media, 136.935 euro, valore in calo del 7% rispetto allo stesso periodo del 2022. L’aumento dei tassi si è quindi tradotto in un calo del potere di acquisto dei mutuatari. Se a febbraio 2022 con una rata mensile di circa 482 euro si poteva ottenere un mutuo fisso da 126.000 euro, oggi, con la stessa rata, si può puntare a un mutuo di appena 98.695 euro, ovvero il 22% in meno.

Violenza digitale e stalkerware: l’Italia è il secondo paese più colpito

Nel 2022 i dati di Kaspersky rivelano che in tutto il mondo sono stati colpiti da stalkerware 29.312 singoli utenti, un numero in linea con i dati del 2021 (32.694). Ma nonostante la diminuzione costante registrata negli anni precedenti al 2021, questa stabilità fa emergere la portata globale dello stalking digitale, e indica che il problema al momento non è ancora stato risolto. A livello mondiale il Kaspersky Security Network ha infatti rilevato casi di stalkerware in 176 Paesi. E se nel 2022 in Europa sono stati colpiti da stalkerwere complessivamente 3.158 singoli utenti, l’Italia (405) è il secondo Paese più colpito dopo la Germania (737).

Installare un software nascosto sugli smartphone delle vittime

Lo stalkerware è un software disponibile in commercio che può essere installato in modo nascosto sugli smartphone, consentendo agli autori di sorvegliare ogni fase della vita privata di un utente a sua insaputa. Poiché l’autore del reato richiede l’accesso fisico (e i codici) al dispositivo, lo stalkerware è spesso utilizzato nelle relazioni di abuso. Nonostante i dati raccolti da Kaspersky siano anonimi, altre ricerche hanno dimostrato che sono soprattutto le donne a essere colpite da questa forma di violenza digitale, che rappresenta un’altra dimensione della violenza e deve essere intesa come un continuum di quella offline con effetti reali e negativi sulle vittime.

Forme di controllo abilitate dalla tecnologia

“Le prove quantitative sull’entità e la natura delle forme di violenza e controllo abilitate dalla tecnologia sono ancora limitate – commenta Leonie Maria Tanczer, professoressa associata presso l’University College di Londra -. Sebbene il report offra solo informazioni sugli utenti di telefonia mobile che utilizzano le soluzioni di sicurezza informatica di Kaspersky, possiamo prevedere che la portata dell’utilizzo di stalkerware sia molto più ampia. Si tratta quindi di dati preoccupanti ma utili, che possono contribuire a incentivare la ricerca, l’industria e la pratica ad accelerare lo sviluppo di strategie di mitigazione legali e tecniche che aumentino l’individuazione del software di sorveglianza”.

“Uno strumento aggiuntivo nel kit dello stalker”

“Il cyberstalking ha un impatto concreto sulla vita reale di chi lo subisce. Ci sono effetti psicologici, fisici e sociali a medio e lungo termine che vediamo quotidianamente nei nostri centri antiviolenza – aggiunge, Elena Gajotto, Vicepresidente di Una Casa per l’Uomo -. Il cyberstalking comprende diverse tipologie di comportamenti, come l’invio continuo e insistente di messaggi, il monitoraggio dell’attività della vittima o altre forme di persecuzione online e, come afferma lo stesso studio, è possibile che il cyberstalking sia semplicemente uno strumento aggiuntivo nel kit dello stalker. È quindi importante sottolineare la pericolosità di questo fenomeno, e per questo, la società deve prestare maggiore attenzione alle vittime di violenza digitale”.

Il progetto IntelliMan insegna ai robot ad affrontare situazioni impreviste

Germania, Italia, Spagna, Svizzera, Slovenia e Regno Unito saranno uniti da una visione comune: sviluppare sistemi robotici avanzati guidati dall’Intelligenza Artificiale e in grado di apprendere le abilità necessarie per interagire con le persone, gli oggetti e l’ambiente circostante adattandosi alle situazioni. Una sfida che punta a realizzare sistemi in grado di ‘dare una mano’ negli ospedali, le strutture di assistenza per anziani, le fabbriche, i ristoranti, nel settore dei servizi, ma anche nella vita domestica delle singole famiglie. Sviluppare robot intelligenti con avanzate capacità di apprendimento è infatti l’obiettivo di IntelliMan, il nuovo progetto di ricerca Horizon Europe, finanziato con 4,5 milioni di euro, e coordinato dall’Università di Bologna con il coinvolgimento di tredici partner proveniente da sei paesi europei.

Imparare in modo mirato, efficiente ed efficace grazie all’AI

“Vogliamo concentrarci sullo sviluppo di robot in grado di imparare in modo mirato, efficiente ed efficace, garantendo al tempo stesso elevati standard di sicurezza”, spiega Gianluca Palli del Dipartimento di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione ‘Guglielmo Marconi’ (DEI) dell’Università di Bologna e coordinatore del progetto. 
Oltre a coordinare e monitorare l’integrazione delle tecnologie nel complesso delle attività del progetto, l’Università di Bologna sfrutterà le sue competenze in robotica e AI per sviluppare soluzioni innovative nel campo della protesica, in collaborazione con il Centro Protesi INAIL. E insieme a Elvez si occuperà di sistemi di manipolazione per la produzione industriale.

Mani robotiche in grado di agire in modo autonomo

“Manipolatori robotici e mani robotiche in grado di interagire con l’ambiente circostante sono a un passo dall’essere realtà, ma la questione chiave è capire come questi sistemi possano essere in grado di sviluppare nuove abilità e interagire con gli oggetti indipendentemente dalla loro composizione, dimensione e forma – continua Palli -. Confrontandosi con le persone e con l’ambiente questi sistemi dovranno acquisire nuove conoscenze, cioè essere in grado di fare fronte a compiti imprevisti che non sono stati pre-programmati”. Roberto Meattini, membro del gruppo di ricercatori del DEI dell’Università di Bologna coinvolti nel progetto IntelliMan, aggiunge: “La prossima generazione di sistemi di manipolazione robotica dovrà poter operare sia in maniera autonoma sia in cooperazione con utilizzatori umani, grazie a interfacce uomo-robot di tipo avanzato”.

Svariati campi di applicazione

I campi di applicazione possibili sono svariati, riferisce Askanews, dalla produzione industriale alla logistica, dalla robotica di servizio ai dispositivi indossabili, come esoscheletri e protesi. Gli studiosi si concentreranno sui problemi di manipolazione e posizionamento di oggetti deformabili, che possono coinvolgere le protesi dell’arto superiore nelle attività quotidiane in cucina, nelle operazioni di cablaggio dell’industria automobilistica e nella movimentazione di alimenti freschi per la logistica dei supermercati. Con un’attenzione particolare per i requisiti di sicurezza da adottare e per le migliori strategie che permettano di garantire un ‘rapporto di fiducia’ tra umani e robot.

Gender gap: poche donne italiane per ingegneria e ITC

Le donne italiane continuano a essere sottorappresentate in ambito STEM, soprattutto nei campi dell’ingegneria (6,6% donne vs 24,6% uomini) e ITC (1,7% donne, 8,2% uomini). Ma i dati sono negativi anche per quanto riguarda la copertura di posizioni apicali: solo il 15% di ceo è donna.
Insomma, anche nel 2022, a livello globale, su 146 paesi l’Italia resta al 63° posto nell’indice del World Economic Forum relativo al gender gap,, il Gender Gap Report 2022. Il rapporto considera le differenze di genere in 4 ambiti, partecipazione economica e opportunità, livello di istruzione, salute e sopravvivenza, ed empowerment politico. E in pratica, l’Italia resta sotto la media europea di circa il 6%, piazzandosi tra i tre paesi peggiori per partecipazione economica e opportunità. 

Laureati in materie STEM: in Europa le donne sono il 33%

L’Europa fatica ad attrarre le ragazze nell’istruzione e nei lavori STEM. Nonostante superino gli uomini come studenti e laureati a livello di laurea e master, solo il 33% dei laureati in materie STEM in Europa è di sesso femminile. E si stima che entro il 2027 le donne rappresenteranno solo il 21% dei posti di lavoro nel settore tecnologico (fonte McKinsey & Company). Non si tratta solo di un numero inferiore di donne che entrano in un settore altrimenti stabile, ma si prevede anche che entro il 2027 il deficit di talenti tecnologici in Europa raggiungerà quasi i 4 milioni. Le aziende che si affidano alle competenze STEM dovrebbero quindi investire di più per rivolgersi ai gruppi sottorappresentati, altrimenti scoraggiati dal perseguire una carriera nel settore. 

“La dissonanza inizia nei contesti educativi”

“La tecnologia si sta innovando a un ritmo disarmante, con nuove soluzioni in campi come il cloud computing, l’Intelligenza artificiale generativa e l’informatica – sostiene Mariagrazia Perego, 3M Diversity & Inclusion Advocate -. Per comprendere l’attuale deficit di donne nelle carriere STEM, dobbiamo analizzare le ragioni per cui le donne e le ragazze rinunciano a entrare nel settore. In definitiva – osserva Perego -, la dissonanza inizia nei contesti educativi, dove le ragazze non sono incoraggiate a seguire le materie scientifiche, né sono circondate da modelli di ruolo femminili. Se l’attività STEM viene scoraggiata a livello scolastico, è chiaro che non verrà considerata un’opzione di carriera valida”.

Ma il numero di curricula femminili per ruoli tecnici è triplicato

Secondo i dati segnalati dal gruppo italiano Fortitude, riporta Ansa, il numero di curriculum femminili in ambito scientifico arrivati nel corso del 2022 è triplicato rispetto all’anno precedente, passando dal 10% al 30% del totale. Anche facendo riferimento ai ruoli più tecnici, si è passati dal 2% al 15%.
“Il gender gap rimane un problema importante – dichiara Leo Pillon, ceo del Gruppo Fortitude -, in particolare per il nostro settore, e ormai da qualche anno ci stiamo impegnando tanto, anche grazie alla collaborazione con l’organizzazione no profit SheTech, che si impegna a colmare il gender gap nel settore delle STEM per portare un vero cambiamento”.