Mercato italiano cybersecurity: nel 2023 record di 2,15 miliardi

Nel 2023 il mercato italiano della cybersecurity ha raggiunto il record di 2,15 miliardi di euro, +16% rispetto al 2022.
È quanto emerge dalla ricerca dell’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection della School of Management del Politecnico di Milano.

Continua a crescere l’interesse delle aziende italiane per la cybersecurity, che si conferma la principale priorità di investimento nel digitale tra le imprese, sia Pmi sia medie e grandi organizzazioni. L’81% di queste ultime ha definito un piano di sviluppo strutturato in materia, con una strategia di lungo periodo.
Allo stesso tempo, il 74% delle grandi imprese italiane ha rilevato un incremento dei tentativi di attacco, e il 12% ha subito conseguenze tangibili derivanti da un incidente informatico.

Il 62% delle grandi organizzazioni ha aumento la spesa

Il rapporto tra spesa in cybersecurity e PIL in Italia si attesta allo 0,12% (0,10% nel 2022), un risultato che colloca ancora il nostro Paese all’ultimo posto nel G7, a grande distanza da Stati Uniti (0,34%) e Regno Unito (0,29%), nonché Francia o Germania (0,19%).
Il 62% delle grandi organizzazioni italiane ha comunque aumentato la spesa in cybersecurity, trainata dall’inserimento di nuovi strumenti (68%), maggiore attenzione dedicata dai board aziendali (62%) e la necessità di azioni di adeguamento normativo (43%).

Le aziende più piccole faticano a tramutare questo interesse in investimenti concreti, a causa delle risorse limitate e l’assenza di un’offerta di mercato che vada incontro alle loro specifiche esigenze. La spesa sostenuta dalle grandi imprese rappresenta infatti oltre tre quarti del mercato.

Il 56% ha introdotto strumenti di AI, ma solo il 22% li utilizza estensivamente

L’adozione di strumenti di AI da parte delle grandi imprese risulta ancora in uno stadio precoce: nonostante il 56% delle organizzazioni abbia introdotto strumenti e tecnologie AI in ambito cybersecurity, solo il 22% li utilizza in maniera estesa. 

Molte soluzioni di sicurezza tradizionale presenti da tempo sul mercato devono però ancora giovare dell’avanzamento tecnologico. Un aiuto, su questo fronte, potrà arrivare dalle startup. Nel mondo ne sono state individuate 167 che stanno sviluppando soluzioni di cybersecurity basate su AI, che hanno ricevuto complessivamente 2,4 miliardi di dollari di finanziamenti.
Le 7 startup italiane hanno raccolto in media circa 1 milione di dollari, contro poco più di 3 milioni a livello europeo e circa 18 milioni a livello globale.

La formazione resta una delle azioni prioritarie

Secondo il 71% delle grandi aziende le attività di formazione e sensibilizzazione dei dipendenti rappresentano una delle principali priorità di azione in ambito cybersecurity.
La quasi totalità delle grandi organizzazioni prevede già iniziative finalizzate ad accrescere la consapevolezza in materia, con piani di formazione che coinvolgono una porzione più o meno estesa dei propri dipendenti (77%).

Parallelamente, le aziende stanno cercando di rendere più robusti i team di cybersecurity: nell’ultimo anno si evidenzia una crescita del numero degli specialisti interni (51% delle aziende) e dei consulenti esterni (45%). La sfida, però, coinvolge l’intero sistema Paese. Da un lato, c’è una strutturale mancanza di competenze nell’utilizzo di strumenti tecnologici, dall’altro, un forte skill gap, che evidenzia una mancanza di circa 300.000 specialisti in ambito cybersecurity a livello europeo.