Gender gap: poche donne italiane per ingegneria e ITC

Le donne italiane continuano a essere sottorappresentate in ambito STEM, soprattutto nei campi dell’ingegneria (6,6% donne vs 24,6% uomini) e ITC (1,7% donne, 8,2% uomini). Ma i dati sono negativi anche per quanto riguarda la copertura di posizioni apicali: solo il 15% di ceo è donna.
Insomma, anche nel 2022, a livello globale, su 146 paesi l’Italia resta al 63° posto nell’indice del World Economic Forum relativo al gender gap,, il Gender Gap Report 2022. Il rapporto considera le differenze di genere in 4 ambiti, partecipazione economica e opportunità, livello di istruzione, salute e sopravvivenza, ed empowerment politico. E in pratica, l’Italia resta sotto la media europea di circa il 6%, piazzandosi tra i tre paesi peggiori per partecipazione economica e opportunità. 

Laureati in materie STEM: in Europa le donne sono il 33%

L’Europa fatica ad attrarre le ragazze nell’istruzione e nei lavori STEM. Nonostante superino gli uomini come studenti e laureati a livello di laurea e master, solo il 33% dei laureati in materie STEM in Europa è di sesso femminile. E si stima che entro il 2027 le donne rappresenteranno solo il 21% dei posti di lavoro nel settore tecnologico (fonte McKinsey & Company). Non si tratta solo di un numero inferiore di donne che entrano in un settore altrimenti stabile, ma si prevede anche che entro il 2027 il deficit di talenti tecnologici in Europa raggiungerà quasi i 4 milioni. Le aziende che si affidano alle competenze STEM dovrebbero quindi investire di più per rivolgersi ai gruppi sottorappresentati, altrimenti scoraggiati dal perseguire una carriera nel settore. 

“La dissonanza inizia nei contesti educativi”

“La tecnologia si sta innovando a un ritmo disarmante, con nuove soluzioni in campi come il cloud computing, l’Intelligenza artificiale generativa e l’informatica – sostiene Mariagrazia Perego, 3M Diversity & Inclusion Advocate -. Per comprendere l’attuale deficit di donne nelle carriere STEM, dobbiamo analizzare le ragioni per cui le donne e le ragazze rinunciano a entrare nel settore. In definitiva – osserva Perego -, la dissonanza inizia nei contesti educativi, dove le ragazze non sono incoraggiate a seguire le materie scientifiche, né sono circondate da modelli di ruolo femminili. Se l’attività STEM viene scoraggiata a livello scolastico, è chiaro che non verrà considerata un’opzione di carriera valida”.

Ma il numero di curricula femminili per ruoli tecnici è triplicato

Secondo i dati segnalati dal gruppo italiano Fortitude, riporta Ansa, il numero di curriculum femminili in ambito scientifico arrivati nel corso del 2022 è triplicato rispetto all’anno precedente, passando dal 10% al 30% del totale. Anche facendo riferimento ai ruoli più tecnici, si è passati dal 2% al 15%.
“Il gender gap rimane un problema importante – dichiara Leo Pillon, ceo del Gruppo Fortitude -, in particolare per il nostro settore, e ormai da qualche anno ci stiamo impegnando tanto, anche grazie alla collaborazione con l’organizzazione no profit SheTech, che si impegna a colmare il gender gap nel settore delle STEM per portare un vero cambiamento”.