Quanto costa aprire una Partita Iva nel 2022?

Aprire la partita IVA nel 2022 può rivelarsi un’ottima idea, perché oggi è possibile approfittare di alcune agevolazioni decisamente interessanti, che consentono di risparmiare parecchio in termini di tassazione, e non solo. Sicuramente, a coloro che intendono aprire una propria attività da autonomi, conviene aderire al regime forfettario, che prevede un’aliquota molto più bassa rispetto a quella del regime ordinario, e costi generali nettamente inferiori. L’unico vincolo riguarda il fatturato annuo incassato, che non deve superare i 65.000 euro. Ma quanto costa in dettaglio aprire una partita IVA nel regime forfettario? 

Costi nel regime forfettario e per la consulenza fiscale

Per attivare una partita IVA in regime forfettario i costi sono variabili a seconda dell’inquadramento fiscale e del servizio di consulenza al quale ci si appoggia. Mentre i professionisti possono portare a termine l’operazione totalmente a costo zero, per artigiani e commercianti bisogna preventivare circa 100 euro di spese vive, alle quali si aggiunge l’onorario del consulente che si occuperà delle incombenze burocratiche. Altri costi che bisogna considerare nel momento dell’apertura della partita IVA sono infatti quelli relativi al commercialista. Si tratta quindi di predisposizione del Modello Redditi, e degli F24 per il versamento delle imposte e dei contributi. Gli importi possono variare a seconda del professionista al quale ci si rivolge, ma esistono servizi online come Fiscozen, che propone un abbonamento comprensivo di tutti gli aspetti legati alla gestione della Partita IVA, dalle tariffe decisamente vantaggiose. Si spendono solamente 299 euro oltre all’IVA all’anno, e il pacchetto comprende tutti i servizi che solitamente sono in capo al commercialista.

Tasse

Un’altra voce di spesa che tutti coloro che aprono partita IVA devono considerare è quella relativa alle tasse e ai contributi previdenziali. In questo caso si tratta di costi variabili, che vengono calcolati sulla base del reddito effettivo. Aprendo partita Iva in regime forfettario, però, si ottengono vantaggi non indifferenti da questo punto di vista. L’aliquota applicata per i primi 5 anni è del 5%, mentre a partire dal sesto anno è del 15%. Nettamente inferiore rispetto a quella che devono corrispondere i contribuenti che operano in regime ordinario. 

Contributi previdenziali e costi extra

Bisogna poi considerare i contributi previdenziali, il cui ammontare dipende dalla Cassa di riferimento, riporta Adnkronos.. Si va dal 25,72% del reddito lordo per i professionisti iscritti alla Gestione Separata INPS, a un contributo fisso di circa 3.850 euro, dovuto a prescindere dal reddito, per le ditte individuali. È importante ricordare che durante la propria attività i titolari di partita IVA potrebbero avere costi extra da sostenere, come quelli relativi all’emissione di fatture elettroniche (che presto dovrebbero diventare obbligatorie anche per i forfettari). Inoltre, chi acquista o presta servizio verso committenti europei è tenuto a presentare il Modello Intrastat. Alcuni servizi come Fiscozen prevedono un abbonamento comprensivo anche di questi costi, ma ci sono commercialisti che fanno pagare queste pratiche extra.