I monopattini in condivisione fanno crescere la Sharing Mobility

Negli ultimi due anni la micromobilità, in particolare quella dei monopattini in condivisione, ha compiuto un vero e proprio balzo in avanti. Secondo i dati dell’Osservatorio Sharing Mobility, nel periodo 2015-2019 l’intero settore è cresciuto costantemente, mentre il crollo del 2020, dovuto alla pandemia, è stato attutito proprio dall’implemento del monopattino. Se si facesse riferimento ai servizi consolidati del car sharing, bikesharing e scootersharing la caduta sarebbe, infatti, del 49%. Prendendo come riferimento 6 città campione (Milano, Torino, Roma, Bologna, Cagliari, Palermo), nel 2021 l’Osservatorio registra un aumento esponenziale del noleggio del monopattino. Una tendenza non solo italiana, quella di “muoversi con leggerezza”, ma simile a quanto accade in Europa.

Micromobilità anche nei piccoli centri urbani
La tendenza all’utilizzo di veicoli leggeri sta riducendo il peso medio delle flotte dei veicoli condivisi, e si sta per raggiungere la proporzione di 1 a 1 tra peso del veicolo e del trasportato. Inoltre, i fornitori di servizi di monopattini in condivisione si stanno sempre più evolvendo in fornitori di servizi di micromobilità, spesso offrendo due o tre servizi: monopattino, bici elettrica, scooter elettrici. Le tre offerte di micromobilità riescono a trovare un equilibrio tra esigenze di business dell’operatore e qualità del servizio: una soluzione che inizia ad allargarsi anche ai piccoli centri. Negli ultimi mesi cresce, infatti, l’offerta di micromobilità in piccole città a vocazione tendenzialmente turistica. Insomma, la Sharing Mobility non è più relegata ai grossi centri urbani.

Aspetti normativi e codice della strada
Anche a livello normativo i monopattini hanno trovato una loro configurazione, e se nel 2018 si parlava di una fase sperimentale oggi la situazione è più delineata. E per quanto riguarda le norme sulla circolazione non si tratta di rafforzare le regole, ma di rafforzare i controlli. Un problema è quello della sosta selvaggia, problema di non facile soluzione, in quanto la maggior parte dei centri italiani ha una morfologia dove sono pochi gli spazi a disposizione, sempre più contesi da altri soggetti, come ad esempio le colonnine di ricarica auto. La proposta dell’Osservatorio è di individuare punti lungo le strade urbane che diventino gli spazi di riferimento dove parcheggiare i mezzi. Ad esempio, negli spazi a ridosso degli incroci.

Diffusione del monopattino condiviso
Di sicuro, il monopattino è un mezzo che si adatta molto bene alle esigenze di mobilita delle amministrazioni comunali, ed è uno strumento che risponde a esigenze specifiche di mobilità.
L’esperienza del Comune di Milano mostra che per le amministrazioni comunali è positivo e sensato avvalersi di aziende private specializzate nella mobilità condivisa. È altresì importante che vengano dotate di strutture in grado di monitorare, controllare e dare il giusto feedback agli operatori di settore. Questo mix di delega e controllo permette di sfruttare al massimo le potenzialità della mobilità condivisa, e diminuirne le problematiche.