La doppia sfida dell’agricoltura, competitività e sostenibilità

Le aziende non possono prescindere da competitività e produttività, ma al tempo stesso non possono esimersi dall’essere sostenibili. Oggi le imprese agricole sono chiamate a una doppia sfida, quella della competitività e quella della sostenibilità. Due obiettivi che spesso non vanno d’accordo. Tra Covid-19, cambiamenti climatici, concorrenza internazionale ed European Green Deal, da un lato, e la diffidenza dei consumatori verso tutto ciò che non è percepito come tradizionale, solo l’innovazione, dalle nuove tecnologie di evoluzione assistita (TEA) fino all’agricoltura di precisione e 4.0, può aiutare le aziende a vincere questa duplice sfida. Perché “gli scenari della scarsità alimentare, delle risorse naturali e dei cambiamenti climatici sembrano fantascienza, ma in realtà ci riguardano da vicino”, dichiara Denis Pantini, Responsabile Agroalimentare di Nomisma.

I prodotti delle aziende “tradizionali” vengono percepiti di qualità superiore

Si tratta delle evidenze emerse dalla survey di Nomisma-Agrifood Monitor, realizzata in partnership con Crif. La ricerca ha messo in luce come i preconcetti verso l’innovazione in agricoltura derivino più dalla mancanza di una corretta comunicazione, o informazione, piuttosto che da forme di “integralismo alimentare”.

Per il 45% degli italiani, infatti, i prodotti agroalimentari derivanti da aziende “tradizionali” vengono percepiti come di qualità superiore rispetto a quelli offerti dalle aziende più avanzate dal punto di vista tecnologico.

Per il 54% dei consumatori è necessario un cambio di rotta

Anche se il consumatore è sovrano la stessa survey evidenzia come molte convinzioni sulle innovazioni in agricoltura derivino da una scarsa conoscenza, tanto da venire “ribaltate” una volta spiegate le funzioni di tali miglioramenti tecnologici, soprattutto se inquadrate nello scenario evolutivo verso il quale stiamo andando. A fronte di un futuro condizionato dai cambiamenti climatici e dalla necessità di attività produttive più sostenibili, non sembrano infatti esserci molte possibilità. Tanto che il 54% dei consumatori reputa necessario un cambio di rotta per gli agricoltori italiani, spiega Askanews, soprattutto attraverso investimenti in innovazione, che permettano di affrontare la doppia sfida della competitività e della sostenibilità.

Dagli irriducibili agli indifferenti, l’identikit dei consumatori

Certo, l’indagine Nomisma-Agrifood Monitor mostra che non mancano gli irriducibili, ovvero coloro che sono disposti a pagare di più pur di continuare ad acquistare prodotti direttamente da contadini meno avvezzi alla tecnologia (18%), così come non manca un 13% di chi si dice pronto a cambiare la propria dieta introducendo alimenti “alternativi”, come gli insetti o le alghe, o un 5% disponibile a consumare cibi creati in laboratorio. C’è però un rimanente 10% che sembra essere indifferente all’origine territoriale dei prodotti e incline ad acquistare prodotti stranieri.