La diversità di genere non è una priorità nelle aziende tech: la ricerca di di Booking.com

Il 44% delle donne impiegate nel settore della tecnologia pensa che la diversità non sia ancora adeguatamente promossa dalle proprie aziende. Ecco, in estrema sintesi, il “verdetto” del sondaggio condotto a livello globale da Booking.com, una delle aziende più importanti nel mondo dei viaggi e leader in campo tecnologico. Circa la metà delle intervistate quindi, il 56% per la precisione, ritiene la propria azienda interessata alla promozione della diversità di genere e attiva in questa direzione. Tradotto nella pratica, il dato dell’inchiesta significa che sebbene siano state intraprese molte iniziative per ridurre il divario tra generi e incoraggiare sempre più donne a intraprendere una carriera nel tech, resta ancora molto da fare per far crescere talenti al femminile. “Le aziende in campo tecnologico devono necessariamente ridefinire la rotta intrapresa: non solo per far restare la forza lavoro al femminile, ma anche per far tornare chi ha lasciato temporaneamente il settore e sta cercando di reinserirsi. Attirando talenti con un tale bagaglio di conoscenza ed esperienza, le aziende possono trarre benefici non solo dal punto di vista della cultura e della reputazione, ma anche monetario” dice il sondaggio.

Un divario che cresce invece di diminuire

La realtà non gioca a favore della messa in luce delle tante capacità delle donne. L’ultimo World Economic Forum Gender Gap Report ha indicato come in tutto il mondo il divario tra i generi stia crescendo invece di diminuire. Eppure le donne continuano a contribuire significativamente a vari aspetti del business. Alla domanda su quali benefici potrebbe portare una maggiore diversificazione e varietà nella forza lavoro, il 90% delle donne (già impiegate nel settore o alla ricerca di una carriera nel tech) ha risposto che potrebbe aiutare ad avere più punti di vista, dovuti a diversi tipi di formazione ed esperienze. Il 90% ha indicato maggiore flessibilità nei benefit e per il 90% è stato importante sottolineare la possibilità di avere un migliore ambiente di lavoro, a vantaggio di tutti i dipendenti. Inoltre, le donne sentono che una loro maggiore presenza nel mondo del tech potrebbe contribuire a migliorare la reputazione del brand e dell’azienda (secondo l’88%), e la fiducia in generale nell’intero settore (per l’87%). I dati di settore mostrano anche vantaggi economici più ampi: la ricerca di PricewaterhouseCoopers ha mostrato di recente come un aumento delle donne lavoratrici del 5% (raggiungendo così il 75%) potrebbe dare una spinta al prodotto interno lordo del Regno Unito di circa il 9%. Mica poco.

La carica in più di chi torna dopo una pausa 

Oggi oltre 3 donne su 5 tra quelle che sono tornate al lavoro, o che vorrebbero farlo, pensano che l’aver preso una pausa possa aver danneggiato le loro possibilità di carriera e circa il 73% crede che il settore debba impegnarsi di più per agevolare il loro rientro al lavoro. La risposta potrebbe essere nei programmi di reinserimento, presenti non solo nel tech ma anche in altri comparti. Il 70% delle donne che rientra nel tech considera queste iniziative un ottimo modo per superare le difficoltà iniziali, con attenzione speciale ai training, allo sviluppo di nuove competenze e a sessioni di mentorship.