Cervello femminile e maschile: le differenze aprono la strada a cure ad hoc

Lo confermavano anche precedenti ricerche scientifiche: il cervello femminile e quello maschile sono diversi, e quello femminile è più abile nel riconoscere le emozioni del cervello maschile. Ma l’ultima scoperta sul cervello umano, oltre a essere stata resa possibile grazie all’intelligenza artificiale, apre la strada a future cure personalizzate per i disturbi neurologici e psichiatrici. In futuro le terapie dovranno perciò tenere conto anche delle differenze di genere del malato.

Il risultato della ricerca, pubblicata sulla rivista Scientific Reports, si deve alla collaborazione tra l’Olanda e la Svizzera, tramite l’Università di Twente e l’Istituto di Neuroscienze di Nimega (Olanda) e l’Università di Zurigo.

1.300 elettroencefalografie analizzate dall’intelligenza artificiale

Che il cervello maschile e quello femminile lavorino a un ritmo differente, soprattutto quando ci sono in gioco le emozioni, già si sa, anche se nemmeno l’occhio del più bravo neurologo potrebbe accorgersene. Lo hanno invece dimostrato una volta per tutte i segnali elettrici emessi dal cervello misurati con l’elettroencefalogramma. E l’aiuto dell’intelligenza artificiale, che ha analizzato i dati provenienti da 1.300 elettroencefalografie, è stato decisivo, riferisce Ansa.

Nell’uomo e nella donna anche i sintomi psichiatrici sono diversi

“Un mio maestro di molti anni fa mi diceva che il cervello dell’uomo e della donna sono completamente diversi. Ci sono delle basi biologiche che supportano questa evidenza”, osserva Francesco Papaleo, dell’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) di Genova. Questo non vale solo per le emozioni, ma anche per molte patologie psichiatriche. I sintomi, ad esempio, nell’uomo e nella donna sono distinti: l’uomo è più aggressivo, la donna un po’ più introspettiva. Questa differenza è un riflesso, perché anche a livello biologico il network cerebrale è diverso”.

Non solo il genere, ma anche l’età è un fattore decisivo 

Quindi anche quando si affronta una malattia psichiatrica si deve considerare se la persona da trattare sia maschio o femmina. “Non è importante soltanto il sesso, ma anche il periodo dello sviluppo – prosegue Papaleo – perché si è visto, ad esempio, che se esaminiamo degli adulti, uomo e donna sono differenti. Ma dopo la menopausa le donne cominciano a essere ancora diverse rispetto a quando erano adulte perché il sistema ormonale cambia. Accade qualcosa di analogo se guardiamo al periodo che precede l’adolescenza. Molta di questa biologia legata ai generi è collegata anche al ciclo ormonale perché ci sono ormoni che sono presenti e distinti dall’adolescenza fino alla menopausa. Naturalmente – conclude – tutto questo aiuta per la costruzione di terapie personalizzate”.