La spesa online diventa un’abitudine per gli italiani

La spesa alimentare online è entrata a tutti gli effetti tra le abitudini di consumo degli italiani. Se nel 2019 le vendite online erano sbilanciate verso gli acquisti di prodotti per la cura della persona e il cibo per animali domestici, il 2020 ha visto un’esplosione nelle vendite di prodotti confezionati di largo consumo. La crescita dell’e-commerce durante la pandemia infatti si deve soprattutto alla spesa alimentare, pressoché raddoppiata durante il lockdown. Il rapporto di IRI per Netcomm evidenzia come anche nella fase successiva alla quarantena il 36% dei consumatori abbia continuato a fare la spesa online, privilegiando i siti web della GDO.

Il click & collect ha superato il 15% durante il lockdown

“Il boom dei canali digitali nel settore dell’e-grocery è dovuto, in particolare, all’adozione di nuove modalità di acquisto dei prodotti – commenta Roberto Liscia, Presidente di Netcomm -. La necessità di mantenere il distanziamento sociale e, al tempo stesso, di garantire la continuità del servizio, ha determinato l’affermarsi della consegna senza contatto. In particolare, un ruolo importante ha giocato il click & collect, vale a dire il ritiro in negozio della merce acquistata online, che nelle quote di vendita ha superato il 15% durante il lockdown e si è attestato di poco sotto al 13% nella fase successiva – puntualizza Liscia -. Una modalità di acquisto molto apprezzata dagli eShopper nell’alimentare, perché ritenuta più conveniente e veloce rispetto all’home delivery. Il click and collect ha riportato una crescita del +349% e c’è da aspettarsi che, da qui alla fine dell’anno, diventerà un’abitudine sempre più consolidata”.

Per il commercio di prossimità flessione del 3,2% tra giugno e agosto

L’esplosione dell’online e le differenti modalità di acquisto hanno variato e continuano a modificare la geografia del commercio, anche se negli ultimi mesi si osserva un riallineamento delle dinamiche dei canali distributivi alla situazione pre-Covid. Emerge, tuttavia, la crisi degli ipermercati, con un calo delle vendite del 9,6%, considerando complessivamente sia la fase Covid sia quella successiva. Il commercio di prossimità, dopo il balzo del 16,1% durante il lockdown, ha registrato una flessione del 3,2% nel periodo giugno-agosto.

Tra chi invece accelera, si trovano Specialisti Casa e Persona (+11,7% post lockdown) e continua il forte sviluppo degli acquisti LCC (largo consumo confezionato) nel canale virtuale (+96,4%).

Le grandi insegne dell’e-grocery dovranno migliorare i servizi e fidelizzare i consumatori

“La crisi – aggiunge il Presidente di Netcomm – ha messo tutti gli attori del food&grocery di fronte alla necessità di accelerare la propria trasformazione digitale. Occorre che tutti i brand si preparino a soddisfare le nuove esigenze di consumo evidenziate, e investano sull’export digitale e sui rapporti con i nuovi intermediari. Se i negozi di quartiere, ad esempio, dovranno costruire e rafforzare la rete di partner e operatori del digitale con cui collaborare – sottolinea Lisca – le grandi insegne che già operano nell’e-grocery dovranno migliorare i servizi offerti e fidelizzare i nuovi consumatori raggiunti negli scorsi mesi”.