Il next normal degli italiani secondo il Rapporto Coop

Sono 12.500 i miliardi di dollari di Pil mondiale “bruciati” in un anno dal Covid. Per l’Italia le ultime previsioni si attestano al -9,5% di Pil. Solo nel 2023 torneremo ai livelli precedenti la pandemia, a loro volta, lontani dagli standard antecedenti l’ultima grande recessione. Contemporaneamente, però, il Covid si è rivelato un agente aggregatore dei 27 Paesi Ue, sancendo la fine dell’austerity e avviando un piano di rilancio di cui anche l’Italia beneficerà. Non a caso l’87% dei top manager intervistati nella survey di Coop Italia 2021, il Next Normal degli italiani, dichiara imprescindibile l’appartenenza alla Ue per superare la fase attuale.

Una macchina del tempo sullo stile di vita

In attesa che il Recovery Fund si concretizzi gli italiani sono però i più pessimisti d’Europa, anche perché il Covid ha avuto l’effetto di una macchina del tempo sul nostro stile di vita. Da un lato infatti ha fatto comparire l’Italia delle rinunce, con l’arretramento del Pil procapite tornato ai livelli di metà anni ’90, la spesa in viaggi trascinata indietro di 45 anni, i consumi fuori casa arretrati di tre decenni, e un ritmo di denatalità anticipato di quasi un decennio. Dall’altro, l’Italia è balzata in avanti, velocizzando dinamiche già in essere, ma mai così veloci. Come lo smartworking (+770% rispetto a un anno fa), l’egrocery (+132%), e la digitalizzazione a tappe forzate, non solo nella vita privata, ma anche nel lavoro, la didattica, i servizi e la sanità.

La vita in una bolla

Al netto delle retrocessioni e degli avanzamenti la sensazione è di vivere in una bolla, digitale, affettiva, e casalinga, chiusa e autoreferenziale. L’elemento più insidioso però è restare prigionieri di bolle sociali e informative, terreno fertile per l’informazione “di parte” e la proliferazione di fake news. L’esplosione dei social, il dilagare della fruizione di contenuti on demand, l’assenza di un confronto sociale ampio sono elementi che coinvolgeranno una parte oramai sempre più ampia della popolazione: il 30% degli italiani nel 2021 aumenterà il tempo trascorso su internet e il 19% quello sui social.

Il nuovo cibo è homemade, safe e sostenibile

Se c’è qualcosa a cui gli italiani non rinunciano è il cibo, e il cook@home è una costante che spiega la forte crescita nelle vendite degli ingredienti base (+28.5% in GDO su base annua) a fronte della contrazione dei piatti pronti (-2,2%).

Insomma, anche nel post Covid, il 30% degli italiani dedicherà ancora più tempo alla preparazione del cibo, e 1 su 3 lo farà per mangiare salutare. Nel carrello estivo, oltre al gourmet (+16.9%) e l’etnico (+15,4%) riacquista forza anche il vegan (+6,9%). E tra le costanti che il Covid non ha spazzato vi emerge l’attenzione ai temi della sostenibilità. Se è vero che per il 35% dei manager intervistati nella survey lo sviluppo della green economy è una delle tendenze che caratterizzeranno il postcovid, questa coscienza verde si traduce in acquisti correlati, con il 27% degli italiani che acquistano più prodotti sostenibili/ecofriendly rispetto al pre Covid.